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Channel: Fiorenzo Sartore – Intravino
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Progetto “Cantine che dovete visitare”/1. Una cosa molto simile a una guida turistica per enofili, a puntate

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Progetto “Cantine che dovete visitare”/1. Una cosa molto simile a una guida turistica per enofili, a puntate

Visitare una cantina rappresenta per l’enofilo un evento a metà tra la gita scolastica e il pellegrinaggio. E’ un fatto ludico, perché riguarda una passione allegra, ed è anche l’occasione per approfondire la conoscenza con quel mondo che ci affascina e sul quale costruiamo la mistica del nostro amore per la bevanda odorosa. Certo è che vedere dove tutto succede, e parlare con gli artefici di quel tutto, è un gran bel modo di passare il tempo.

Volendo dare qualche consiglio a chi tra voi è prossimo alle vacanze, mi sono rivolto al team intravinico per una mini mappa di cantine must see, per creare un piccolo elenco di indirizzi in modalità crowdsourcing (scusate, ora la smetto con l’inglese). Un elenco simile, peraltro, non ha bisogno delle vacanze estive per essere usato, e spero sia utile a chi tra voi vuole avviare il suo percorso iniziatico. Inoltre girare per cantine serve pure per acquistare direttamente (che è sempre un ottimissimo motivo per una visita).

Un paio di piccole raccomandazioni. Probabilmente inutili, ma eccole lo stesso: ogni visita va concordata telefonicamente; prendete appuntamento, e siate puntuali. E siate anche rispettosi di chi vi accoglie: non è un locale pubblico, ma è spesso e volentieri la casa del produttore. Prima puntata: ecco i miei consigli.

Barolo: Bartolo Mascarello
E’ nel centro del paese di Barolo, che è proprio un piccolo paese, e già per questo merita la visita: per quel che evoca il nome. Poi, a Barolo, c’è la cantina di Maria Teresa Mascarello, che continua il lavoro del padre (Bartolo) che non c’è più. Il fatto è che Bartolo è stato un uomo simbolo per questo vino e questa denominazione, le storie e le leggende su quel nome sono innumerevoli ormai. Chissà com’è, essere figli di tanto padre. La cantina, inevitabilmente piccola e a dimensione familiare, oggi è un luogo confortevole e appena rimodernato, ma sentendo parlare Maria Teresa col suo meraviglioso accento langhetto, guardando i suoi occhi limpidi, per qualche minuto diventiamo parte di quella storia. O leggenda.
Via Roma, 15, Barolo (CN) – Tel. 0173 56125

Montalcino: Le Macioche
Sulla strada che da Montalcino scende verso Sant’Antimo, la micro-cantina di Macioche ha bisogno per forza di un preavviso telefonico: non sempre il cantiniere si trova, spesso è nei tre ettari di sangiovese. Chi tra voi è sensibile al mood piccolo-è-bello qui andrà a nozze. E oltre alla forma, sul piano della sostanza i Brunello di Macioche sono esemplari: considerate, per esempio, che hanno tempi di affinamento più lunghi rispetto all’attuale disciplinare, il che li iscrive di diritto ai tradizionalisti, ma non arcigni. E’ l’indirizzo preferito che consiglio agli amici che hanno l’occasione di passare per il suolo sacro di Montalcino: facile da trovare, facile innamorarsi. E non dimenticate il loro Olio Extravergine.
S.P. 55 di Sant’Antimo Km.4,85 Montalcino (SI) – Tel. 0577 849168

Valtellina: Ar.Pe.Pe.
L’acronimo sta per Arturo Pelizzatti Perego, storico fondatore. La cantina si trova appena fuori Sondrio, quasi una cantina di città se non fosse che Sondrio assomiglia ad un paese, più che ad una metropoli lombarda. La cave è suggestiva, semiscavata sotto le terrazze verticali di nebbiolo valtellinese, che ricordano le coltivazioni delle Cinque Terre tanto sono estreme. E’ anche interessante da visitare perché è sovradimensionata, memore di un tempo nel quale l’area era un serbatoio enoico possente. Oggi la produzione è ridotta, e soprattutto caratterizzata da una meravigliosa capacità a commercializzare vini molto maturi, e questo li rende ulteriormente avvincenti. Se volete conoscere una variante non langhetta eppure nobilissima del nebbiolo, questo è l’indirizzo fondamentale.
Via Buon Consiglio, 4 (Sondrio) – Tel. 0342 214120

[Immagine: Elisa Mazzavillani, via Facebook]


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