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Channel: Fiorenzo Sartore – Intravino
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Il razzismo di Calderoli comincia a creare problemi pure al nord. A chi esporta Prosecco in Africa, per dire

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Il razzismo di Calderoli comincia a creare problemi pure al nord. A chi esporta Prosecco in Africa, per dire

Non bastava Oscar Farinetti, che ha bannato Roberto Calderoli da Eataly come fosse un troll qualsiasi: “A Eataly è vietato l’ingresso a persone come Calderoli, per motivi di igiene”. Adesso ci si mette pure Paolo Polegato, di Astoria vini, che dichiara duro: “Le recenti polemiche che coinvolgono il Ministro per l’integrazione Kyenge e alcuni esponenti leghisti non sono solo indegne di un paese civile, ma danneggiano il nostro commercio con i paesi africani, che sono sempre più importanti”. Se non funzionano gli elementi basilari di civiltà, possono funzionare quelle due o tre regolette sacre legate ai danè, che fanno molto nord-ceto-produttivo.

E pensare che i leghisti, sotto sotto, non hanno mai disprezzato davvero il continente africano. Gli investimenti in Tanzania, e l’acquisto di beni rifugio coi soldi dei rimborsi elettorali (diamanti, che non si setacciano esattamente alle sorgenti del Po) facevano ben sperare: magari pure loro si erano ravveduti. E invece con l’ultima sparata di Calderoli su Cécile Kyenge (“sembianze di oranghi“) sono riusciti a mandare in acido persino un simbolo del nordest come chi produce Prosecco. Astoria, nel caso specifico. Se anche le espressioni più pure del tuo terroir ti voltano le spalle, significa che hai definitivamente rotto. Bel capolavoro, Calderoli.


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