
In questi giorni circola una notizia Ansa, ripresa anche dal Corriere con qualcosa di molto simile al sempre efficace copia-incolla, nella quale si annuncia il prossimo disastro per il mondo del vino legato a Internet (un altro). Come sapete, Internet a questo serve, a creare disastri. Che sta succedendo? In breve Icann, l’ente supremo che gestisce e determina i suffissi di dominio (quella cosa che finisce con “punto com” o “punto it”) sta apparecchiando due nuovi suffissi: *.vin e *.wine – e sì, avete capito, riguarderanno l’enomondo.
Qual è il problema? Ebbene, si teme che da adesso chiunque potrà registrare, per esempio, un dominio del tipo “Barolo.wine” e mettere in atto orrende macchinazioni e truffe a danno dei navigatori. Allo scopo di trovare una soluzione Icann ha chiuso tutti in una stanza a Durban per tre giorni, ed è venuto fuori il responso, degno del governo Letta: se ne riparla tra 30 giorni.
In attesa che i saggi tra 30 giorni vi dicano che non c’è motivo di preoccuparsi, è il caso di anticipare perché non c’è (appunto) da preoccuparsi. I timori legati al fatto che qualcuno possa, usando un nome di dominio, impersonare chi non è, non sono risolvibili. Chi vorrà far finta di essere un consorzio tutela, o un ente legato al vino, non ha bisogno di un dominio “sonodavveroio.wine”, anche se aiuta (ma poco). Quanto ai navigatori, è vero che siete una massa di pecoroni (in effetti lorsignori vi vedono proprio così) ma insomma, adesso avete l’occasione per smentirli. Don’t believe the hype.
[Crediti: Ansa, e Corriere: "lite mondiale per il vino su internet", best title ever. Immagine: Arc360]